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Di seguito un breve estratto del Romanzo Storico GLI INSORGENTI DEL BASSO PO, in esclusiva per voi che state visitando il mio nuovo sito web. Se vi piace potrete condividerlo con i vostri amici.
Un caro saluto
Alberto Ferretti

GLI INSORGENTI DEL BASSO PO
-Romanzo Storico-

CAPITOLO PRIMO (anteprima)
La Rivoluzione è come Saturno, divora i suoi figli (Pierre Victurnien Vergniaud).

Era una calda mattina primaverile, si lavorava sodo nelle campagne vicino agli argini del Po, laddove i paesi di Cologna e Crespino si affacciano sul grande fiume, uno di fronte all’altro. Gente indaffarata andava e veniva passeggiando per la piazza di Cologna. La vita nel paese del ferrarese scorreva seguendo il rintocco delle ore suonate dalle campane che dondolavano pigramente in cima alle torri campanarie delle chiese. Ma a disturbare quel suono familiare quel giorno vi fu una nota stonata. Nel mezzo del sagrato della chiesa, di fronte all’Albero della Libertà ivi collocato, un ufficiale francese, il capitano Gérard Dubois, affiancato da due soldati della Guardia Nazionale, stava leggendo ad alta voce un editto alla popolazione radunata: «Ieri, giorno quindici del mese di Fiorile dell’anno VII (15 Maggio 1799 Ndr), il Governo della Repubblica Cispadana ha deliberato e il Direttorio del Dipartimento del Basso Po ha stabilito l’applicazione delle seguenti disposizioni.
Prima disposizione: servono dieci nuovi edifici per farne altrettante caserme ed acquartieramenti per le truppe francesi e per la Guardia Nazionale. Gli edifici saranno confiscati qualora non venissero individuati e messi a disposizione spontaneamente dai referenti dei comuni del Dipartimento.
Seconda disposizione: E’ stato altresì deciso di arruolare altri 500 giovani di età compresa tra i 16 e i 20 anni, che dovranno presentarsi all’Ufficio di Leva entro cinque giorni da oggi. La lista con i nomi è già stata affissa presso la bacheca della Fureria alla Gendarmeria.
Terza disposizione: E’ imposto un tributo straordinario di due decime, in beni di natura o in denari, su tutte proprietà agricole, commerciali ed ecclesiastiche, anche date in concessione. Le somme ed i beni dovranno essere consegnati entro trenta giorni da oggi presso L’ufficio Tributario Distrettuale di Copparo …». Gli astanti ascoltavano attentamente, di tanto in tanto si lanciavano qualche sguardo carico di preoccupazione. Alcuni si asciugavano la fronte col fazzoletto e si sventolavano col cappello per il caldo. Un paio di uomini osservavano con disappunto l’albero della libertà, dal quale pendevano vari simboli massonici, commentando a bassa voce. Era stato imposto alle popolazioni di venerarlo come un totem, a perenne memoria dei dettami rivoluzionari esportati con le armi in tutta Europa dalle truppe napoleoniche. Le donne ne passavano alla larga, sbirciandolo da sotto le loro cuffie bianche e scrollando la testa con contrarietà. Una mamma fermò il figlioletto prendendolo per un braccio perché, incuriosito dalla scena, si stava avvicinando troppo ai soldati: «Per carità, vieni via, quella è gente malvagia!». Quel giorno stesso, a metà pomeriggio, alcuni militari della Guardia Nazionale si stavano recando nella vicina località di Sabbioncello, presso la villa del conte Filippo Mattei, per invitarlo a seguirli al comando generale. Il barone Roberti, capo dei Giacobini locali, lo aveva infatti convocato per parlargli di alcuni fatti di importanza nazionale. Le guardie si fermarono sotto la sua casa, una antica villa di prestigio posta al centro di una vasta tenuta. Fu la contessa, Eleonora Mastai, attratta dall’ abbaiare dei loro cani, ad affacciarsi da una finestra e chiedere ai militari cosa desiderassero.
«Buongiorno signora contessa, siamo qui per convocare il signor conte presso la Municipalità Distrettuale di Copparo. Il Cittadino Governatore Roberti l’ha convocato». Il conte, che in quel momento aveva varcato la porta della stanza della contessa, aveva udito quelle parole.
«Credo, Eleonora, che si tratti ancora della richiesta di giuramento da sottoscrivere alla Repubblica Cisalpina, lo stesso che mio fratello, il Cardinale, non ha voluto firmare» le disse avvicinandosi «Come sai è stato mandato in esilio proprio per quel motivo. Ma seriamente mi domando, come possono anche solo pensare di indurre me a firmarlo?!».
…segue…
http://www.albertoferretti.it/…/gli-insorgenti-del-basso-po/

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